I segreti di Diano

È il 1494. Cristoforo Colombo è ad Haiti, per il suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo: “Più che un viaggio, questa è una Missione”. Colombo è preoccupato. Lo confida a Diego Alvaro Chanca, suo medico di Bordo: I reali spagnoli pagheranno le sue spedizioni solo se riporterà tonnellate di spezie preziose.

Chanca lo comprende bene: pepe, chiodi di garofano, cannella… più che semplici spezie sono il fulcro dell’economia Araba. Distruggere questo monopolio commerciale significherebbe, per gli Spagnoli, distruggere il nemico di sempre e cacciarlo dal territorio iberico. Assaggia quello che chiamano “axi”.
Ne sono ghiotti: lo usano in ogni pietanza, ne decantano le proprietà terapeutiche. Lo riferisce al Capitano che, entusiasta, scrive alla Regina Isabella:

“È il loro pepe, e vale più del pepe. Tutta la gente non mangia senza di esso, e lo trova molto sano. Se ne potrebbero caricare in quest’isola cinquanta caravelle in un anno”.

Così sono giunti nel Vallo di Diano, un vallo antico in cui oggi come un tempo produciamo due splendide specie autoctone:
Gli europei applicano le loro conoscenze botaniche iniziano a coltivarne diverse varietà dolci e piccanti.
Agli inizi del 1500 il peperone è arrivato anche in Italia. Coltivato specialmente nel Meridione.